Pagina-interna

“Figura Aqua – La Forma dell’Aqua” MILANO

Ex Fornace (Alzaia Naviglio Pavese, 16) Mostra collettiva d’Arte Contemporanea. A cura di Pino Diecidue, Alessia Locatelli, Maria Rosa Pividori. Testo filosofico di Eleonora Fiorani. Testo critico di Alessia Locatelli.

APOSTOLO

In occasione della mostra, Apostolo ha esposto: l’“Acqua Minerale del Naviglio. Apostolo”. L’acqua del Naviglio è stata  imbottigliata ed etichettata. Retro-etichette disegnate a matita, una a una. L’indicazione in evidenza è: “Da non bersi né ora né mai”. L’esame batteriologico dell’acqua prelevata dal Naviglio  è stato eseguito presso Labo Consult srl dal Dottor Claudio Ferri – (MI): “Acqua Minerale Apostolo presenta indici di contaminazione batterica-  Qualità salienti: può esercitare un’azione di malessere diffuso nel corpo, tracce di avvelenamento e contaminazione batterica. Classificazione: l’Acqua Minerale Apostolo non è indicata per alcuna dieta. Priva di Autorizzazione.”

Artisti invitati a “Figura Aqua – La Forma dell’Aqua”:

Afran, Apostolo, Jurij Atzei, Franco Baccan, Fabrizio Bellafante, Ilaria Beretta, Max Bottino, Giuseppe Buffoli, Giulio Calegari, Carlo Delli, Alessia DeMontis, Elenia Depedro, Alberto Finelli, Nicoletta Frigerio, Grazia Gabbini, Gianni Gangai, GGT, Daeyoung Kang, Ugo LaPietra, Ugo Locatelli, Emanuele Magri, Marco Magrini, Marcello Mazzella, Marica Moro, Daniela Novello, Antonio Romano, Stefania Romano, Sabina Sala, Daniele Salvalai, Mikelle Standbridge, Giorgio Tentolini, Alessio Tibaldi. FedericoUnia/EmilianoRubinacci, GiovanniValentini, CarloVidoni
“Figura aqua – la Forma dell’Acqua” “L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quelle che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente”.
(Leonardo Da Vinci)
“Figura Aqua. Un titolo in latino che, nella sua semplicità, racchiude tutta una serie di declinazioni e letture possibili sull’Acqua. Il soggetto della mostra ci è stato sollecitato dal Comune di Milano, consiglio di Zona6, poiché la prestigiosa sede dell’Ex-Fornace nella Darsena milanese, luogo deputato all’esposizione, dovrebbe avere una destinazione futura di biblioteca dedicata alle acque, a Milano ed al suo Naviglio, da tempo simbolo della città. Da qui la scelta di aprire il testo di presentazione con un’appropriata citazione leonardesca. Leonardo da Vinci, figura iconica della città di Milano, è stato attento osservatore e studioso dell’acqua come elemento: sia per la navigazione delle merci – come ci riportano gli studi leonardeschi sulla resa navigabile dei Navigli, oggi purtroppo in parte coperti dal manto stradale – che in qualità di elemento capace di generare forza motrice. L’Acqua è un liquido e, in quanto tale, assume la forma del contenitore che la accoglie; col passaggio da una sembianza ad un’altra compie una metamorfosi e si modifica, attribuendosi molte significazioni. L’acqua come elemento in cui i suoni, la comunicazione, si amplifica. Nella nostra cultura, ma non solo, questo celebrato liquido incolore ed inodore ha sempre goduto di particolare valore, sino a diventare simulacro di sé stesso, mutando all’interno del dipanarsi della storia di concetto e di senso – proprio come avviene in un travaso da diversi contenitori – e assoggettandosi alle differenti immagini/simbolo che l’uomo le ha nei secoli dedicato. La fonte, la vita, l’acqua sorgiva, la benedizione e così via… Passando attraverso tutte le sfaccettature di elogio ed ispirazione, che ci suggerisce la nostra mente e la nostra cultura. Certo l’acqua può diventare anche elemento distruttivo (pensiamo, ad esempio, alla tragedia del Vajont) forza incapace di preservare, che disintegra interi orizzonti al suo passaggio. O ancora – pensando alla vastità mari – può essere un ignoto e incontrollato confine che isola, preclude o trasporta esseri umani verso sogni di un futuro migliore che spesso s’infrangono sui duri scogli della realtà europea. L’acqua dunque come concetto, come suggestione o spunto interpretativo in una visione artistica contemporanea, che possa essere sociale e critica, oppure solamente vincolata alla città ed ai suoi luoghi anfibi. Il fine dunque è regalare, attraverso una mostra che vede come protagonista il liquido da cui trae origine la vita, una “mappatura” che sia geografica ed emotiva, per una narrazione in cui ogni artista presente possa esprimere tale argomento attraverso la sua sensibilità ed il suo progetto. Un tentativo da parte dei curatori di supportare culturalmente la loro città, all’interno di un percorso che tocca il tema della natura permanente e della cura; per arrivare all’evento dell’Expo con un bagaglio d’iniziative volte ad indagare il territorio e le sue preziosissime risorse.”
(Alessia Locatelli)